lunedì 29 marzo 2010

J. Le Carrè, Yssa il buono

Interessante spy-story, in cui tutti credono di sapere tutto (in particolare i servizi segreti americani e tedeschi). In realtà restano oscure le vere motivazioni di un giovane musulmano ceceno, che ha ereditato dal padre naturale, ex dirigente russo prima dell'89, una cifra favolosa. Questi arriva illegalmente in Germania, per diventare medico, grazie ai soldi ereditati. Vuole aiutare i fratelli musulmani, anche grazie alla mediazione di un predicatore islamico pacifista, ma sui cui loschi affari Cia & Co. possono giurare.

Finale mozzafiato ... a tal punto da lasciare tutti scontenti.

Inizio lettura: 13.01.2010

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Chi è lo sconosciuto gracile e male in arnese, avvolto in un cappottone nero, in cui Melik, immigrato turco di seconda generazione nato ad Amburgo, continua a imbattersi? Dopo l'11 settembre la vita del giovane, devoto musulmano e promessa della boxe, soffre di equilibri precari, e lui farebbe di tutto pur di non cacciarsi nei guai. Ma sua madre, che considera un dovere prestare aiuto a un compagno di fede, decide di dare ospitalità allo straniero. Lo strano ragazzo, che dice di chiamarsi Yssa Karpov, rivela di essere un profugo ceceno fuggito da un carcere russo e di essere entrato in Germania clandestinamente con l'intenzione di studiare medicina, grazie anche all'aiuto che gli verrà fornito da Tommy Brue. Peccato che Brue non abbia idea di chi lui sia. Il ceceno, però, è in possesso di una misteriosa parola d'ordine capace di ridestare improvvisamente il passato: "lipizzano". Quando Brue sente questo termine per bocca di Annabel Richter, avvocato specializzato nell'assistenza agli immigrati a cui Yssa si è rivolto, sa che non si riferisce alla nobile razza di cavalli di origine slovena. Lipizzano è la parola in codice con cui suo padre indicava ingenti e loschi capitali travasati dall'Unione Sovietica nelle casse della sua banca. John le Carré torna con una storia che si confronta con gli aspetti più ambigui della contemporaneità, ponendo l'accento sulle contraddizioni delle democrazie occidentali e sull'arroganza del potere nei confronti dei più deboli.

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